Un lavoro minimale
Acrilico su tela nuda
2x3 mt
Quadreria
di Saverio Hernandez
Il lavoro si colloca al confine tra installazione e pittura. Questa è presente a due livelli, come tema e come
linguaggio: si parla cioè di pittura con i modi della pittura. Perché, allora, un’installazione e non un semplice
quadro? Perché l’installazione permette di creare tra i due livelli quel piccolo scarto che li distingue senza
separarli: è a partire da questo scarto che va cercato il significato del lavoro.
Cosa si vuol dire dunque della pittura? Innanzitutto che è insieme oggetto e immagine di oggetti: la
dimensione dell’oggetto è data dalla tela arrotolata, dall’impronta oleosa lasciata dalle cornici; quella
dell’immagine è data dai motivi ornamentali e dai volti dipinti.
Questa duplicità si ritrova dentro la pittura, cioè nella dimensione dell’immagine. In pittura l’immagine
diventa linguaggio e, come tale, oscilla tra due poli: quello dei significanti e quello dei significati. Il lavoro
ripropone questa oscillazione nel conflitto tra gli ornamenti e i volti: i primi sono decorazione pura, gioco
autoreferenziale, i secondi chiamano in causa il significato più alto, cioè l’uomo.
Pur differenti, rappresentazione e decorazione restano sottoposti allo stesso dominio, quello dei segni: è
appunto lavorando sulle qualità segniche dell’una e dell’altra che è stata costruita l’immagine. Qualsiasi
segno pittorico, anche il più elementare, determina la rottura dell’unità della superficie, che si scinde in un
positivo e in un negativo, in un pieno e in un vuoto. E’ quanto accade nella tappezzeria: tra i motivi
ornamentali si crea un intervallo, un embrione di spazio. In questo intervallo si installano i volti; essi
sciolgono la rigidità della superficie, fluidificano lo spazio, affondano nel rosso suggerendo una lontananza.
In quanto immagini, i volti vivono nella coscienza, entrano nel flusso della memoria: i quadri (gli oggetti)
sono stati rimossi, resta solo l’alone delle cornici e la traccia (l’immagine) di ciò che rappresentavano. Il lavoro
si apre così a una dimensione temporale, si sposta per così dire nel passato, lì dove si può ritrovare il senso
della pittura.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento